Amnesia lacunare (prima parte)

Immagini Stock - Bella Donna Allo Specchio Rifletteva I Sorrisi Magicamente  Retrò Interni Image 48213154.

Un vento freddo soffiava sulla sua pelle. Piccoli aghi di acqua ghiacciata le punzecchiavano la carne e le colpivano gli occhi. Teneva stretta la sciarpa di lana intorno alla testa, pur sempre cercando di essere ancora in grado di vedere qualcosa. Poteva sentire il profumo del sangue sulle mani. Era un odore stranamente metallico. I suoi piedi sembravano incudini congelate, ma non poteva fermarsi, non ora, non dopo quello che aveva fatto.

Aurora Di Bella fissò l’orologio sul suo comodino. Erano appena le tre del mattino. Aveva dormito almeno sei ore, ma si sentiva ancora così stanca. Il suo piano di rimanere sveglia tutto il giorno, dopo aver lavorato il turno di notte la sera prima, non aveva funzionato come previsto. Perfino la sua visita con il dottore quel pomeriggio l’aveva sfinita più di ogni altra sessione dell’intero anno scorso. Tuttavia, aveva avuto difficoltà ad addormentarsi. La sua era stata una notte irrequieta, piena di sogni strani – come quando aveva creduto di essere finita in mezzo ad una tempesta di neve. Le sembrava di avere i postumi di una ubriacatura. Mentre si metteva seduta sul bordo del letto, la sua mano scivolò sull’incavo del suo cuscino. Era ancora piuttosto caldo. Per un secondo, pensò di sdraiarsi di nuovo, di riprovare ad addormentarsi, ma il pensiero di una tazza di caffè caldo la fece risvegliare definitivamente.

Aurora, avvolta in una vestaglia azzurra di flanella, non si era accorta che durante la notte il tempo era diventato così freddo. Mentre scivolava sulle sue morbide pantofole bianche, cercò un fermaglio che potesse tenere saldamente insieme i suoi folti capelli ramati in una forma accettabile. Un lieve grugnito attraversò le sue labbra, mentre si guardava allo specchio del comò. La sua chioma ribelle, gli occhi blu opachi e la pallida pelle lentigginosa la disgustarono anche più del solito.

La tazza fumante di caffè le riscaldò le mani, mentre camminava nel salotto, a pochi passi dalla minuscola cucina. Il bagliore del computer la fece sussultare all’inizio, finché non si rese conto di non averlo spento la sera prima. “Devo essere stata davvero esausta”, pensò. Normalmente, non l’avrebbe mai lasciato acceso per così tante ore.

Dopo aver bevuto un altro sorso, si sedette alla scrivania. Tornò a sorprendersi. Non solo il computer era acceso, ma era ancora connesso a internet. Cosa stava pensando? La sua mente cercò di ricordare cosa avrebbe potuto distrarla dalla sua normale routine.

“Hai ricevuto un nuovo messaggio”: la voce elettronica spaventò momentaneamente Aurora mentre accedeva al suo sito di posta elettronica. Pose con cura la tazza sul sottobicchiere che teneva vicino alla tastiera. “Ma chi diavolo…”, dichiarò ad alta voce. Non aveva mai ricevuto una email prima delle otto o delle nove del mattino. Nessuna delle sue amiche si era mai alzata così presto, soprattutto in un giorno libero. Le altre stavano ancora lavorando al turno di notte in ospedale.

Inoltre, quella lettera era stata spedita da un indirizzo sconosciuto. Lesse l’oggetto: “Aurora ho cercato di contattarti”.

Tenne sospeso per un attimo il dito sul pulsante “elimina”. Non era sua abitudine aprire email di persone ignote. Lesse di nuovo la riga: “Aurora ho cercato di contattarti”.

Allontanò la mano dalla tastiera. Un’improvvisa ondata di nausea la investì. Sicuramente, era qualcuno che la conosceva. Aurora ebbe l’impulso di spegnere il computer e di correre di nuovo nel letto. Alla fine, invece, come se fosse in quel momento incapace di controllare il proprio corpo, fece clic sul pulsante sinistro del mouse e aprì il messaggio.

Fissò le parole sullo schermo. Sentì il sangue defluire dalla testa, mentre cadeva incosciente sul pavimento. Le parole “Matteo è morto” erano ancora visibili sullo schermo.

Lascia un commento