Il genio di Zola (quarta parte)

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Il Secondo Impero, la Comune e la Chiesa: l’opposizione del repubblicano moderato Zola

Zola passa nel 1892 dalla descrizione di vie, osterie, case di tolleranza, lavatoi, teatri e palazzi parigini al romanzo storico, in particolare alla realizzazione de La Débâcle. L’autore racconta l’intricato passaggio dall’impero del nipote di Napoleone alla Repubblica, raccontando il periodo della guerra franco-prussiana (1870) e della Comune di Parigi (18 marzo-28 maggio 1871). Il romanzo è frutto dell’attività giornalistica svolta da Zola tra il 1865 e il 1872 su importanti periodici parigini come L’Événement illustré, La Tribune, Rappel e À la Cloche.

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Il concetto di bellezza (quarta parte)

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Nel Medioevo l’arte non viene considerata come un’attività indipendente dalla fede: essa, infatti, è pensata come uno strumento pedagogico che aiuta l’opera educativa della Chiesa. L’arte ha un valore se e solo se svolge bene la sua funzione “didascalica”. La sua bellezza, dunque, serve solo perché aiuta l’uomo a comprendere la bellezza della creazione e a guardare il mondo come manifestazione della grandezza di Dio stesso (sant’Agostino, ad es., sostiene nel De civitate Dei: “la bellezza è davvero un dono di Dio”). I pensatori medievali credono, del resto, che il mondo sensibile sia solo “prefigurazione” del mondo sovrasensibile, che dietro alle apparenze si celi una verità sacra: la sua armonia trova, quindi, secondo loro, il proprio primo e unico fondamento in Dio.

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Dal villaggio rurale al villaggio globale

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L’espressione “villaggio globale”, oggi, è usata frequentemente per fare riferimento al fatto che il mondo, negli ultimi decenni, sia divenuto e stia diventando sempre più interconnesso, grazie ai mezzi di comunicazione di massa e, più in generale, ai processi della globalizzazione. Si tratta, a pensarci bene, di un vero e proprio ossimoro: ciascuno di noi, a sentire il termine “villaggio”, immagina un insediamento umano di dimensioni ridotte, in genere agricolo e privo di una vera e propria organizzazione urbanistica. Che cosa hanno da spartire, dunque, i villaggi alpini, quelli sperduti in una desolata landa pianeggiante o quelli abbarbicati sulle pendici di una collina boscosa con la frenetica evoluzione economica e sociale del nostro pianeta?

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