Viaggio all’interno del teatro Nō (settima parte)

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5. L’interesse di Paul Claudel per il teatro

Figlio di un alto funzionario di provincia, fratello minore della pianista Louise e della scultrice Camille, Paul Claudel cresce a Villeneuve-sur-Fère, dove nasce nel 1868, per trasferirsi con la madre e le sorelle a Parigi all’età di quattordici anni. Vi resta fino al 1892: studia così al liceo e poi alla École libre des sciences politiques. Inizialmente scientista e materialista, si converte al cattolicesimo durante i vespri a Notre-Dame a Natale 1886, ascoltando per caso il Magnificat intonato dai giovani coristi della chiesa (i pueri cantores). Contemporaneamente, scopre una raccolta di poesie di Rimbaud, le Illuminations: l’influenza di quello che lui stesso definisce “mystique à l’état sauvage” è evidente in tutta la sua futura opera teatrale.

Entrato per concorso al ministero degli esteri, Claudel si dedica dal 1893 al 1936 alla carriera diplomatica, arrivando al ruolo di ambasciatore nel 1922, dopo essere stato ripetutamente viceconsole, console e ministro plenipotenziario: è trasferito negli Stati Uniti, in Cina, in Cecoslovacchia, in Germania, in Brasile, in Danimarca, in Giappone, in Belgio. Sempre incerto sulla sua vocazione religiosa, all’inizio del secolo scorso cerca di entrare nell’ordine benedettino, chiedendo l’ingresso all’abbazia di Saint-Martin de Ligugé, dove non è ammesso come monaco, ma come oblate (cioé come membro laico).

Dopo il ritiro dalla politica, si trasferisce nel castello di Brangues, che ha acquistato nel 1927 per passarci le estati. Da questo momento si dedica solo alla letteratura, alla quale finora s’è interessato parallelamente al suo lavoro diplomatico.

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Per via della sua vicinanza alla Chiesa cattolica, sostiene i franchisti durante la guerra civile spagnola. Nel 1938 entra nel consiglio di amministrazione della Société des Moteurs Gnome et Rhône, impresa guidata dal mecenate ebreo Paul-Louis Weiller, che sostiene economicamente altri intellettuali come Jean Cocteau, Paul Valéry, André Malraux e poi supporta gli sforzi militari della Germania di Hitler proprio contro la Francia. Nel 1940 Weiller perde la nazionalità francese.

Quando inizia la guerra, Claudel non crede alla minaccia nazista, ma è più preoccupato dai comunisti russi. Di fronte alla salita al potere di Pétain, prima dell’inizio della collaborazione coi nazisti, Claudel è perfino contento della fine del regime parlamentare, definito da lui come un cancro, e della dipartita di politici radicali e anticattolici. Ancora nel 1941, sulle colonne del Figaro, scrive la cosiddetta Ode à Pétain, nella quale ancora sostiene il regime di Vichy.

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Nel 1944, finalmente, pubblica sempre sullo stesso giornale Un poème au général de Gaulle, schierandosi dalla parte della Resistenza. Dopo la guerra entra nell’Académie française.

Verso la fine della sua vita, si dedica all’esegesi biblica. Muore nel 1955.

Tutta l’opera letteraria di Claudel è, comunque, legata ai suoi interessi religiosi. Egli stesso si sente in costante comunicazione con Dio. La sua idea è che l’uomo viva in un mondo che è uno e molteplice nello stesso tempo, fatto come un organismo in cui ogni membro è ciò che è in sé e nel rapporto con gli altri. Ma ciò non basta a comprendere le ragioni della sua stessa esistenza: esse sono rintracciabili solo nel rapporto che il mondo ha con un’altra realtà, quella invisibile, profonda e spirituale, che ha le sue radici in Dio.

Claudel è perfettamente convinto che l’uomo abbia quindi due possibilità davanti a sé: quella di sostituirsi a Dio e alla Sua legge, o quella di entrare in comunione con Dio, contribuendo al fatto che la Sua legge di amore si realizzi universalmente. Secondo lo scrittore, finché l’umanità non comprenderà di essere chiamata inevitabilmente all’unione con Dio, essa sarà sempre inquieta e delusa. Ma esiste anche un modo per redimerla: le anime-vittime, infatti, possono, offrendosi a Dio in olocausto, allontanare chi è senza Dio dalla disperazione, pagando di persona il prezzo della redenzione.

Sonia Mariana Laviosa

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