5 gennaio 1895. Ci troviamo di fronte alla Scuola Militare di Parigi, è proprio qui che il capitano d’artiglieria Alfred Dreyfus viene pubblicamente degradato ed esiliato perpetuamente nell’Isola del Diavolo, nella Guyana francese. Le accuse: alto tradimento e spionaggio per la Germania. Fin qui sembra essere tutto “normale”. Il verdetto del processo a suo carico, tenuto l’anno prima, lo vede colpevole di entrambi i capi d’accusa con l’unanimità dei voti. Manca solo un piccolo dettaglio: le prove contro Dreyfus sono praticamente inesistenti. E allora, perché questo processo non è stato annullato? La risposta risiede proprio nei pregiudizi della gente nei suoi confronti, poiché, in quanto ebreo, risulta essere il perfetto capro espiatorio.
Nuovi Dreyfus crescono
Luigi Arata
Il caffè dei fenomeni di costume
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