Il sogno americano a diciotto anni: recensione a “L’estate addosso”

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L’estate addosso

(Italia – Stati Uniti d’America; 2016)

Regia: Gabriele Muccino

Soggetto: Fausto Brizzi, Marco Martani

Sceneggiatura: Gabriele Muccino, Dale Nall

Produttore: Marco Cohen, Fabrizio Donvito, Benedetto Habib

Produttore esecutivo: Ferdinando Bonifazi

Fotografia: Paolo Caimi

Montaggio: Valentina Brunetti

Musiche: Jovanotti

Scenografia: Paul Blanchard, Doni MCMillan, Anca Rafan

Cast: Brando Pacitto (Marco); Matilda Lutz (Maria); Taylor Frey (Matt); Joseph Haro (Paul); Timothy Martin (Ken); Jessica Rothe (Jules); Tatiana Luter (Amy); Laura Cayouette (madre di Paul); Scott Bakula (padre di Paul); Guglielmo Poggi (Vulcano).

L’estate addosso è un film costruito su equivoci terminologici, così come lo è, in genere, l’ultima generazione, quegli stessi ragazzi e ragazze che non sanno distinguere propriamente tra libertà e anarchia, tra amore e sesso, tra amicizia e conoscenza. E’ questa spesso descrivibile come una generazione di superficiali e di finti profondi, che perdono il proprio tempo tra shottini e risate a buon mercato, nell’idea che il tempo vada vissuto adesso, come se Orazio avesse pensato al carpe diem come ad un’esortazione a fregarsene del futuro e ad esistere solo in modo epidermico, perdendo se stessi con la massima tranquillità, perlomeno fino alla prossima volta.

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