O poeta mio, onorato son di recar conforto
e distrazione al tuo Amor incompreso e temuto:
reciproca è la spensieratezza dei periodi trascorsi
insieme a codesta donna, anima dubbia ed annoiata.
Lesbia
L’ultima lettera per Lesbia (seconda e ultima parte)
A volte bisogna fare un passo indietro per rendersi conto di ciò che sta succedendo, ho capito che non mi amerai mai come ti amo io. E non potrò mai impedirti di essere felice con qualcun altro, preferisco sapere che sei felice con altri, piuttosto che triste al mio fianco, perché non è ciò che vuoi davvero.
L’ultima lettera per Lesbia (prima parte)
Una lacrima sta cadendo sul mio viso, mentre il mio cuore batte all’impazzata nel cuore della notte – ormai dormire mi riesce quasi impossibile. Non so perché sono qui a scriverti un’altra lettera. Ma a dire la verità sarà l’ultima, perché il dolore mi sta distruggendo e credo sia arrivato il momento di dirti addio, e dico davvero. Vuoi sapere perché non tornerò indietro?
Lettera di una donna non innamorata
Caro Catullo,
anche a me non interessano le chiacchiere degli anziani benpensanti che ci vivono accanto, ma purtroppo non voglio vivere una storia d’amore con te: di te non sono innamorata né mi sei mai interessato.
Un marito affranto
Caro Catullo,
le parole che scrivete sono molto lusinganti, fanno scaturire in me sentimenti mai provati prima.
Una poesia che parla
È nella potenza del tuo sguardo, che son caduto.
Esso fu degno di illuminarmi e travolgermi.
Il tuo viso è una poesia che parla.
Una folle passione
Cara Lesbia,
mi trovo qui a scriverti perché, a voce, probabilmente non mi ascolteresti. Voglio che tu sappia che io t’amo, t’amo come pochi solo sanno fare. T’amo come Adamo amava Eva, tanto da scegliere di tradire la fiducia di Dio per seguire la sua donna.
Rondini in volo
Mio caro Catullo,
ho passato una notte in bianco, stando sveglia a pensare a tutte le parole che tu mi hai detto: ho capito che dobbiamo vivere il nostro amore, senza avere paura del giudizio altrui… Beh, per te può essere facile, ma per me non lo è affatto.
Appio Claudio alla riscossa
Caro Catullo,
ti ringrazio profondamente per le innumerevoli lettere che hai scritto per mia moglie, molto dolci, anche se in alcuni punti le trovo quasi esagerate, come quella poesia dell’uccellino, troppo smielata e al contempo un invito a peccare, infrangendo il giuramento di fedeltà che lega Lesbia a me.
Lesbia ti scrive, o Catullo
Catullo, Carmina 51
Ille mi par esse deo videtur,
ille, si fas est, superare divos,
qui sedens adversus identidem te
spectat et audit
dulce ridentem, misero quod omnis
eripit sensus mihi: nam simul te,
Lesbia, aspexi, nihil est super mi
* * * * * * * *
lingua sed torpet, tenuis sub artus
flamma demanat, sonitu suopte
tintinant aures, gemina teguntur
lumina nocte.
otium, Catulle, tibi molestum est:
otio exsultas nimiumque gestis:
otium et reges prius et beatas
perdidit urbes.