Sogni di Angelica (prima parte)

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Angelica si ritrovò ai piedi del letto, mentre stava dormendo: era caduta in un sogno che le pareva così verosimile… successivamente avrebbe capito che quella visione era realtà. Era appena arrivata in una nuova scuola, quando, scontrandosi con un ragazzo di nome Emanuele, capì che in qualche modo l’aveva già conosciuto. Quando quest’ultimo le si presentò, anche lui ebbe la stessa percezione.

Erano nella stessa classe e, appena entrarono in aula, il professore di letteratura Dellamore prima consegnò agli alunni il libro di testo intitolato Re Artù e poi assegnò ad Angelica ed Emanuele una ricerca incentrata sull’ordine dell’Orso.

Finita la lezione, la ragazza invitò il proprio nuovo amico a casa sua per studiare insieme. Nei libri della biblioteca di casa i due non trovarono nulla, così chiesero aiuto direttamente ai genitori di lei: da una cassaforte la mamma estrasse un grosso tomo impolverato che parlava di una leggenda secondo la quale re Artù sarebbe tornato in vita durante un’eclissi lunare, proprio quella che per coincidenza sarebbe avvenuta il venerdì successivo durante una partita di football valevole per il campionato.

Dopo che Emanuele se ne andò, subito si presentò alla porta di Angelica un altro compagno di classe, il misterioso Marlon. Portava la notizia di una visione, grazie alla quale aveva trovato, nella biblioteca della scuola, una pagina nascosta in un libro sull’ordine dell’Orso sulla quale era scritto: “Durante l’eclissi Artù si scontrerà con Voldemort, ma prima quest’ultimo cercherà di indebolirlo”. Angelica capì subito che il suo sogno di qualche giorno prima riguardava proprio quella nemmeno tanto oscura profezia. Marlon aggiunse un altro particolare:

“Le voci mi hanno detto che Artù non deve affatto indietreggiare. Tutto ciò che il re impugnerà diventerà Excalibur e chi impugnerà Excalibur non potrà mai essere vinto”.

Nei giorni seguenti, Emanuele si rese conto che discutere della leggenda del mitico re che tornava dall’aldilà lo coinvolgeva emotivamente soprattutto perché ne discorreva con Angelica. Insomma, si era innamorato di lei. Intanto, la ragazza era entrata in confidenza con Dellamore, che era interessato alla scoperta che lei e i suoi amici avevano fatto.

Un giorno, Marlon entrò in classe con una borsa del ghiaccio: aveva avuto una strana premonizione che riguardava Angelica. Come nel sogno, quest’ultima cadde per terra, colpendo il ginocchio, e lui la aiutò col ghiaccio. La ragazza era confusa e non capiva come anche questa volta, come qualche giorno prima, il suo amico fosse venuto a conoscenza del fatto che si sarebbe fatta male.

Il giorno dopo, Emanuele invitò Angelica ad una festa prima della partita che avrebbe giocato l’indomani ed ella accettò. Era sempre più certa che il suo sogno sarebbe diventato realtà proprio quel venerdì.

Al party Emanuele le offrì un calice di vino e, mentre i bicchieri dei due ragazzi si scontravano in un brindisi, Angelica ebbe la visione prima di due cavalieri accanto ad un gigantesco castello di pietra, poi di una ragazza e un ragazzo nella radura di un bosco vicino ad una cascata: capì che era la stessa scena, seppure in due posti diversi. Raccontò ad Emanuele ciò che le era appena accaduto ed egli le confidò che erano giorni che nella sua testa immaginava eventi simili.

Venne poi la sera della partita: Emanuele poco prima di entrare in campo venne a sapere che Angelica usciva anche con uno dei suoi compagni di squadra. Disperato, fuggì senza sapere dove stesse andando, finendo in una foresta vicino alla scuola. La ragazza, informata da Marlon, lo cercò per riportarlo allo stadio. Quando, per caso, lo trovò nella radura, fu improvvisamente fulminata da un déjà-vu: Emanuele era Artù.

Stava piangendo calde lacrime. Quando la vide, fece cenno di andarsene via. Angelica gli corse incontro e gli chiese cosa stesse succedendo. Emanuele non voleva parlarle all’inizio, ma poi si lasciò andare e raccontò che cosa gli era successo. Non poteva credere che quella che riteneva la sua ragazza si fosse comportata così male.

Giulia Cosce

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