Caro Catullo,
anche a me non interessano le chiacchiere degli anziani benpensanti che ci vivono accanto, ma purtroppo non voglio vivere una storia d’amore con te: di te non sono innamorata né mi sei mai interessato.
In effetti, penso proprio di non meritarti: anche se te l’ho fatto credere, non mi interessano i progetti che tu avresti in mente per noi. Insomma: non voglio vivere con te. Anzi, ti propongo una sistemazione completamente diversa: viviamo separati, ognuno a casa propria, in modo che io non ti possa vedere e che tu non venga a importunarmi continuamente, come stai facendo in questi ultimi mesi, quando ti presenti non invitato a chiedermi se voglio sposarti.
Diciamo che in questo modo forse anche tu potresti smettere di provare interesse per me, il che consentirebbe a me di stare in pace e non vederti più, ogni volta che esco di casa per andare da qualche parte. Ecco: facciamo in modo da non incontrarci più.
Te lo spiego un’ultima volta: io voglio restare con mio marito. Lui sì che è l’uomo giusto per me, quello di cui io sono innamorata sul serio. Con lui posso avere una vera e propria vita, quella che con te sarebbe davvero impossibile. Te lo ripeto: trovo giusto rimanere con lui non solo perchè lo amo veramente, ma anche perchè gli ho solennemente promesso che saremmo stati sempre insieme e che non ci saremmo mai e poi mai separati.
Il mio programma per il futuro è quello di trovarmi un lavoro e di fare la mia parte per mantenere la nostra famiglia: anche questa è un’altra promessa che ho fatto a mio marito.
Con affetto, Lesbia.
Luca Marsiglia
Sotto banco / Scritti da corridoio 