Fare il lavoro dell’alunno è assai complesso. Non a caso egli ricopre un ruolo fondamentale all’interno del sistema scolastico del quale fa parte integrante.
Molti sono i suoi doveri: non solo assicurare la propria frequenza ai corsi previsti dagli ordinamenti senza nessuna eccezione, ma anche essere puntuali, studiare regolarmente, impegnarsi nel lavoro anche domestico, rispettare cose e persone inerenti all’ambiente scolastico, presentarsi in modo consono. Già tutto questo comporta per il singolo il superamento di difficoltà, di livello sempre crescente, e la cessione di una parte del proprio tempo alle necessità imposte dal corpo docente.
Se, poi, oltre alle “classiche” problematiche si aggiunge per qualcuno la presenza di una diagnosi di un disturbo dell’apprendimento, la situazione peggiora: l’alunno certificato dislessico ha, infatti, diverse carenze di carattere cognitivo, soprattutto per ciò che riguarda la memoria, e, solo se aiutato, solo attraverso un percorso di miglioramento personale, egli può riuscire ad avere un rendimento scolastico anche soddisfacente.
Ma lo studio non è l’unica priorità di chi frequenta una scuola: la socializzazione è uno degli aspetti che non vanno sottovalutati in questo processo ampio di formazione della personalità. E’ in questo ambiente, infatti, che l’alunno passa la maggior parte del proprio tempo fino ai diciannove anni; è sempre in questo ambiente che egli apprende come relazionarsi col prossimo, che conosce per la prima volta l’amicizia e l’amore, che si scontra con gli altri (il mondo degli adulti, il gruppo dei pari); è sempre a scuola che deve imparare a rispettare il prossimo.
Talora, qualcuno non impara bene quest’ultima lezione e, allora, crea un problema di più a chi gli sta attorno: il bullo (perché di questo stiamo parlando) agisce proprio a scuola, umilia, danneggia, ferisce e spesso non solo materialmente. Molte sue vittime possono ritirarsi o arrivare al folle gesto del suicidio.
In ultima analisi, altrettanti problemi colpiscono gli alunni sia nell’ambito relazionale sia in quello dello studio, ma forse è proprio questo che forma la persona: gli ostacoli, che a volte si superano con successo, altre volte con difficoltà.
Insomma, la scuola è così, proprio come la vita.
Sofia Caddeo
Sotto banco / Scritti da corridoio 