La strana strada per il successo: recensione a “Due sul pianerottolo”

Rita Pavone

Due sul pianerottolo

(Italia; 1976)

Regia: Mario Amendola

Soggetto e sceneggiatura: Mario Amendola, Bruno Corbucci

Fotografia: Aldo Giordani

Montaggio: Antonio Siciliano

Musiche: Guido De Angelis, Maurizio De Angelis

Scenografia: Amedeo Mellone

Costumi: Andrea Zani

Cast: Erminio Macario (Luigi Savoia); Rita Pavone (Mimma Castigliano); Margherita Fumero (Maria Boccioni Stagno); Gianni Agus (dottor Tagliolini); Mario Carotenuto (commendator Vespasiano Baudolino); Franco Agostini (Ettore Baudolino); Enzo Liberti (brigadiere Icardi); Luca Sportelli (dottor Martini); Alberto Macario (Amleto Corselli); Chiaretta Algranti (Beatrice, la cameriera); Renzo Marignano (amante dell’inquilina).

Due sul pianerottolo è stato, in origine, un bel musical con protagonisti Macario e Rita Pavone; poi, con la regia di Mario Amendola, è diventato (era il 1976) un film di un certo successo. Il talento dei due attori principali è sicuramente l’ingrediente più importante della pellicola, che è amabilmente retro, ma senz’essere scontata. La Pavone è nella sua forma migliore: è perfettamente calata nella parte di una bella ragazzina provincialotta che viene a Roma a cercare fortuna nel mondo dello spettacolo e trova, invece, un povero violinista in bolletta, con un’opera lirica su Le due orfanelle in carniere, ma ben poco altro.

Mimma (la Pavone) è ingenua e speranzosa e ridà qualche motivo di allegria all’infelice Luigi Savoia (Macario) che diventa suo sodale e si apre con lei raccontando di sé e del suo sfortunato destino, dovuto al fatto di aver inavvertitamente accecato un suo collega durante una cavatina del Barbiere di Siviglia. E così i due, improvvisamente amici, incontrano per caso Ettore (Franco Agostini), figlio di un impresario di grandi mezzi (Mario Carotenuto): il ragazzo s’innamora a prima vista di Mimma, che vorrebbe presentare, assieme al maestro, al padre. Peccato che quest’ultimo sia proprio la vittima dell’incidente causato dall’archetto del Savoia.

Due Sul Pianerottolo - Film (1976) - Foto Erminio Macario, Rita ...

La commedia, costruita tutta sugli equivoci e sui giochi di parole, dimostra la grande bravura di Macario come battutista, capace di scegliere sempre i tempi giusti, dettatigli in quest’opera per il grande schermo dalla sua lunga frequentazione del teatro. Grazie alla sua attenta recitazione, ancora una volta nei panni di una maschera triste alla Pierrot, ma dotata di un’arguzia anche talora crudele, il grande comico fa brillare molti comprimari che con lui battibeccano con grande divertimento, soprattutto la ancora giovane Margherita Fumero, che interpreta qui l’arcigna e savoiarda padrona della pensione in cui alloggia il professor Savoia, senza però pagarle la pigione. Il rapporto con lui è anche complicato dal fatto che lei, forse, sotto sotto, gli rimprovera di non esserle stato fedele quando intrattenevano una relazione, ai tempi in cui entrambi lavoravano nel mondo dell’opera, lei cantando non proprio in modo esaltante e lui suonando, non sempre in modo fortunato.

Erminio Macario e Rita Pavone Sei gia lì dal film Due sul ...

Alla fine, la bella Mimma si fa irretire dal mondo dello spettacolo (qui rappresentato dal dottor Tagliolini, interpretato da Gianni Agus) e solo l’intervento del suo recente amico la riporta alla realtà e all’amore, solido e leale, di Ettore: tra la fama effimera e menzognera e la sincerità della vita a due meglio, dice il povero Savoia, la seconda. Alla fine, il successo è solo un’utopia: scompare velocemente, così come velocemente arriva, e, poi, lascia ampie regioni di solitudine, nelle quali è difficile camminare, oppressi dal ricordo del passato.

La pellicola, che è godibilissima, ha anche il pregio di contenere alcuni grandi successi della Pavone, l’inserimento dei quali nella trama è perfetto e coerente (di certo, questo film è tutto tranne un musicarello): da ascoltare, con l’accompagnamento in apertura del violino di Macario, Sei già qui, scritta da Bruno Corbucci (che è anche lo sceneggiatore del film), Maurizio De Angelis, Guido De Angelis e Cesare De Natale.

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