Orrore in salsa giapponese: recensione a “Little nightmares”

Little nightmares è un game horror che catapulta il giocatore in un mondo crudele e spietato, una sorta di resort subacqueo chiamato Le Fauci, dove possono soddisfare i propri vizi i cosiddetti Ospiti, individui famelici e mostruosi, affamati e sudati, dai corpi sul punto di scoppiare: questi ultimi hanno perso ormai la loro umanità, completamenti sconnessi da ogni freno inibitore, e si cibano delle carni di bambini, rapiti dalle loro case, rinchiusi in gabbie e cucinati.

La storia, appunto, si incentra su una bambina, Six, che, risvegliatasi nella struttura, cerca di fuggire, oltrepassandone le varie sezioni: le prigioni dove sono rinchiusi i bambini, le stanze del personale, le cucine, la zona degli ospiti, la stanza della Signora, colei che gestisce tutto il complesso. Il primo a incontrare è il Custode, un mostro solitario, cacciatore di silenzi. Egli possiede due braccia lunghissime ed è completamente cieco: tuttavia, con il suo udito e il suo olfatto, riesce a orientarsi nella perenne oscurità. Il suo è un ruolo per così dire “meccanico”, quello di raccogliere i bambini dalle gabbie, smistarli e spedirli nelle cucine dove sono attesi dai Cuochi Gemelli.

Questi due sono creature obese e ripugnanti, che, profondamente amanti della violenza, sono nati proprio per svolgere il loro lavoro e per questo motivo sono relegati nelle cucine. Indossano una maschera, forse per nascondere la propria mostruosità, e agiscono in modo ipnotico.

L’ultimo ostacolo prima della Signora sono gli Ospiti, ormai diventati ammassi informi per l’influenza delle Fauci. Hanno un’insaziabilità innaturale e comportamenti bestiali. Essi strisciano come lombrichi per afferrare il cibo caduto a terra, mangiano come maiali, hanno facce orrende ed espressioni vuote; ma soprattutto non sanno che non usciranno mai più da quel luogo.

Le Fauci sono state costruite ed ora sono dirette, come s’è detto sopra, dalla misteriosa Signora, che, come una geisha, è talmente ossessionata dalla propria bellezza e insoddisfatta del proprio aspetto che indossa sempre una maschera e rompe tutti gli specchi in sua presenza. Del resto, vedere il suo riflesso potrebbe addirittura ucciderla.

A chi ben osserva, il design delle Fauci può ricordare l’ambientazione del film premio Oscar di Hayao Miyazaki, La città incantata: le due protagoniste, d’altronde, cominciano la loro avventura in un ambiente industriale all’interno di un edificio; entrambe sembrano più piccole rispetto all’ambiente circostante, che è volutamente ingrandito. In effetti, nel mondo di Six, i soli ad avere la sua taglia sono gli “Omini”, nonché gli altri bambini incarcerati che dormono nei loro letti. Anche l’area ospiti delle Fauci, caratterizzata da pannelli dipinti in stile giapponese, ricorda quella analoga della Città. L’uso della maschera, poi, accomuna il Senza Volto di Miyazaki, lo spirito che si affeziona alla protagonista, ai molti personaggi che, nel videogioco, si coprono il volto.

Egle Carrus