Anche Verre aveva un cuore d’uomo

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Cicerone, Actio secunda in Verrem I, 63

Oppidum est in Hellesponto Lampsacum, iudices, in primis Asiae provinciae clarum et nobile; homines autem ipsi Lampsaceni cum summe in omnis civis Romanos officiosi, tum praeterea maxime sedati et quieti, prope praeter ceteros ad summum Graecorum otium potius quam ad ullam vim aut tumultum adcommodati. Accidit, cum iste a Cn. Dolabella efflagitasset ut se ad regem Nicomedem regemque Sadalam mitteret, cumque iter hoc sibi magis ad quaestum suum quam ad rei publicae tempus adcommodatum depoposcisset, ut illo itinere veniret Lampsacum cum magna calamitate et prope pernicie civitatis. Deducitur iste ad lanitorem quendam hospitem, comitesque eius item apud ceteros hospites conlocantur. Ut mos erat istius, atque ut eum suae libidines flagitiosae facere admonebant, statim negotium dat illis suis comitibus, nequissimis turpissimisque hominibus, uti videant et investigent ecqua virgo sit aut mulier digna quam ob rem ipse Lampsaci diutius commoraretur.

“Vi è una città, giudici, nell’Ellesponto, detta Lampsaco, famosa e nobile più di tutte le altre che si trovano nella provincia dell’Asia: e sono i suoi abitanti gentili e riguardosi verso tutti i cittadini romani, ed anche uomini tranquilli e quieti, e più degli altri Greci porta assai più all’ozio ed al riposo, che alla violenza o al tumulto. Avvenne che, avendo costui pregato Dolabella che lo mandasse dal re Nicomede e dal re Sadala, e ricercò questa missione più per suo guadagno che per utile della repubblica, in quel viaggio arrivò a Lampsaco per la sventura ed il danno di quella città. Egli fu condotto ad alloggiare in casa di certo buon uomo di nome Gianitore; e quelli che lo accompagnavano allo stesso modo si accomodarono negli altri alberghi deputati a simili uffici. Qui, com’era suo costume, e come lo invitavano a fare i suoi malvagi desideri, subito a quei suoi compagni, i più infami e ribaldi degli uomini, dà l’incarico di vedere e cercare se vi si trovasse una qualche giovinetta o donna, per la quale valesse la pena che egli soggiornasse in Lampsaco per qualche tempo”.

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Per appagare i desideri di costui, i suoi compagni cominciarono a cercare una fanciulla che fosse degna di stare al suo fianco.

Gianitore, dal quale alloggiava, era un uomo onesto e devoto al suo regno, mentre costui aveva sempre abusato del proprio potere, utilizzando la carica di governatore a proprio vantaggio più che a favore degli altri.

Nel frattempo, il suo ospite parò con un suo amico fidato e scoprì che Verre aveva organizzato questo viaggio per il suo interesse, fingendo che fosse per il bene della repubblica. Allora ideò un piano per fargliela pagare una volta per tutte: chiese a Clodia, una sua amica di grandissimo fascino, di farsi avanti e di presentarsi a lui, costei avrebbe dovuto farlo innamorare e poi lasciarlo, facendolo soffrire. Di certo Verre non avrebbe fatto domande, visto che era alla ricerca di una fanciulla.

La donna accettò. Come i due avevano previsto, il malfattore si innamorò di lei e entro breve tempo chiese di sposarla. Quello che purtroppo il suo ospite non aveva previsto era che anche lei si innamorò perdutamente di Verre. Si sentiva tanto in colpa per il loro piano che convinse Gianitore a liberarsi di questo peso, confessando la verità.

Verre decise di perdonarla, perché sapeva che col tempo lei si era veramente innamorata di lui, mentre decise di non sorvolare sul comportamento di Gianitore, che, quindi, fu esiliato per aver elaborato un piano crudele.

Martina Bonfiglioli

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